Vino di paglia della Corrèze" DOC autorizzato e confermato dal Consiglio di Stato
In un precedente articolo del mese di agosto, abbiamo riferito della disputa tra la Corrèze e il Jura sulla denominazione vin de paille. Da diversi anni, la Società di viticoltura del Giura e la Federazione dei vini della Corrèze sono in disaccordo sull'uso di questo termine. Una prima decisione del Consiglio di Stato del 2014 ha dato ragione ai produttori del Giura, vietando l'etichettatura di "vin paillé" sulle bottiglie della Corrèze. In seguito a questa sentenza, i viticoltori del dipartimento della Nouvelle-Aquitaine hanno creato una AOC per produrre legalmente questo vino. Tuttavia, questa denominazione è stata contestata anche dai professionisti della regione del Giura, che hanno presentato una petizione al Consiglio di Stato per chiederne l'annullamento. Dopo settimane di attesa, giovedì 7 novembre 2019 è stato emesso un verdetto a favore dei Corréziens, ponendo fine - normalmente - a questa disputa.
Una denominazione ritenuta conforme alla definizione europea di "vino di paglia".
Pochi giorni fa, il Consiglio di Stato ha stabilito che la DOC Corrèze, creata nel 2017, soddisfa i criteri stabiliti dal regolamento europeo e che la sua anteriorità - contestata anche dai produttori del Giura - è sufficiente. Secondo l'AFP, il Consiglio di Stato ha stabilito che "la Société de viticulture du Jura non ha alcun motivo per chiedere l'annullamento del decreto che sta contestando". Di conseguenza, l'etichetta "vin de paille" ("vino di paglia") è autorizzata sulle bottiglie di vini dolci della Corrèze. Questa decisione è stata accolta con favore dalla Federazione dei vini della Corrèze e dal suo presidente, Jean Mage, che spiega che "la gente potrà investire in questa nuova AOC, perché finora era incerta". Spera inoltre che il marchio verde possa incrementare le vendite e attirare nuovi viticoltori per compensare quelli che vanno in pensione.
Una decisione che scontenta l'Associazione dei viticoltori del Giura
Per la Société de viticulture du Jura, la sentenza emessa il 7 novembre 2019 non è una buona notizia. Il giorno dopo, la Société de viticulture du Jura si è detta "sbalordita", "molto sorpresa" e incapace di comprendere la sentenza. Il suo presidente, Nicolas Caire, ha precisato che si sta cercando di capire se ci si può difendere a livello europeo, sottolineando che "il relatore pubblico chiedeva l'annullamento del caso". Ha inoltre aggiunto che "il
vino di pagliaSpero che i consumatori non si lascino ingannare da questa decisione".
Tuttavia, grazie a questa decisione, la Corrèze, che produce ogni anno 50.000 bottiglie di vino dolce (contro le 200.000 del dipartimento della Franche-Comté), potrà utilizzare il termine "vin de paille" (vino di paglia) sulle sue etichette.